Errare e fallire è umano, e accettare la possibilità che possa accadere è uno dei principali motori dell’innovazione. Eppure, ancora oggi, l’errore viene visto come qualcosa da nascondere, invece che un punto di partenza per imparare qualcosa su sé stessi e sulle esperienze vissute.
Lo sapevate che la parola errore deriva dal termine latino “error” che, oltre al tradizionale significato di sbaglio, vuol dire anche viaggio: è grazie all’errore che ciascuno può viaggiare e navigare nel mare delle proprie esperienze.
Senza errori non ci sarebbero né movimento né avventura: non potremmo vivere con divertimento, ma soltanto nella noia e monotonia.
I momenti che nella tua mente hai etichettato come fallimentari possono dunque essere una delle risorse più preziose che hai a disposizione.
Se fallisci o sbagli, significa che hai tentato. E, più errori commetti, più hai l’opportunità di apprendere ed evolvere a patto che mantieni viva la tua capacità di imparare e di trovare soluzioni alternative.
Pensa a quando da bambino non sapevi ancora camminare: quante volte sei caduto? Ma soprattutto: quante volte ti sei rialzato? Che cosa sarebbe successo se non ti fossi rialzato e non avessi tentato di nuovo?

Ecco, questa è l’immagine che dovremmo avere dei nostri “fallimenti”: cadute che facciamo mentre impariamo a camminare nella nostra vita, perché è quasi impossibile affrontare le sfide che incontriamo senza provare una qualche forma di frustrazione o insuccesso. Pensa a come, nella storia dell’umanità, proprio alcuni dei più grandi successi a livello professionale (e non solo) hanno avuto origine da grandi fallimenti o errori.
Non ci credi? Leggi questo articolo e scoprirai come Henry Ford fu radiato dall’industria automobilistica per poi fondare la prima grande impresa automobilistica americana oppure come J. K Rowling (autrice di Harry Potter) vide per anni rifiutati i suoi lavori editoriali e rispediti al mittente, per poi diventare una delle scrittrici contemporanee di maggior successo.
Come per ogni esperienza, siamo noi a decidere che valore e che significato attribuire ai nostri errori o fallimenti. Possiamo scegliere di vedere la “non riuscita” come la validazione dei nostri limiti o delle nostre incapacità oppure possiamo guardarla come un’occasione di apprendimento e di crescita. La realtà non cambia, possiamo però decidere quale effetto ha su di noi e quindi come la cosa ci fa sentire.
Una presentazione andata male, un feedback molto negativo di un collega o del capo, un errore di valutazione o addirittura il licenziamento non sono di per sé eventi solo negativi: lo diventano quando si legano alle aspettative che abbiamo su di noi. Si infrangono. Succede, ok e adesso? Puoi sempre scegliere di aprire un’altra porta (anche una finestra ;-). Ce ne sono infinite!
Allenare un atteggiamento ottimista rispetto agli ostacoli è un prezioso alleato. Sapete come una persona ottimista e una pessimista legge in modo diverso un fallimento?
La persona ottimista affronta il proprio fallimento con la convinzione che sia dovuto a fattori temporanei sui quali nel prossimo futuro potrà intervenire in modo che non accadano: ha la convinzione che non dipende dal suo essere bensì da quello che decide di fare e non fare.

Il pessimista crede che il proprio fallimento sia legato al suo essere (e non a ciò che ha fatto o non ha fatto) e a fattori permanenti sui quali non può agire.
Trovi qui 6 tips utili per trasformare l’errore in un prezioso alleato al lavoro (e non solo):
- Assumiti la responsabilità per l’errore e non cercare di incolpare altri. Dimostri così la tua maturità e contribuisci a creare fiducia e rispetto con i tuoi colleghi e capi.
- Analizza l’errore e identifica cosa è successo e quali sono state le origini dell’errore (quelle di tua pertinenza e quelle riferite ad altri): in questo modo puoi scegliere in futuro di agire in un modo diverso per evitare che accada di nuovo.
- Risolvi il problema causato dall’errore il più rapidamente possibile: questo dimostra la tua determinazione e la tua volontà ad essere parte attiva nel risolvere la situazione.
- Impara dall’errore riconoscendolo come un’opportunità per imparare e migliorare: puoi domandarti “cosa mi sta dicendo questo errore? Su cosa è importante che metta la mia attenzione?”
- Chiedi aiuto a chi pensi possa essere una risorsa rilevante per far fronte alla situazione: i tuoi colleghi o il tuo superiore sono preziosi alleati e chiedere supporto genera una grande alleanza per il futuro.
- Imposta un piano d’azione per garantire che l’errore non si ripeta. Decidi cosa vuoi fare diversamente in futuro per evitare lo stesso errore e agisci fin da subito per creare le condizioni per evitare il suo ripetersi. Continua a lavorare e ad impegnarti nonostante l’errore commesso.
Prima di salutarti ti consigliamo un piccolo allenamento, pronto?
Porta con te questa tabella e compilala nella prossima settimana. Scrivi e visualizza! Ti renderai conto della tua capacità di gestire un “errore”.

Un ultimo stimolo: dai un nome all’errore che hai commesso e celebralo riconoscendo lo spazio di apprendimento e di crescita che ti ha offerto.
Alla prossima puntata 😊
